Una proposta alternativa alla 'Festa della donna' dell'8 marzo di Laura Laurenzi: per discuterne

La proposta potrebbe essere questa. Perché non istituiamo una festa dell’uomo? Un otto marzo tutto suo, in data da destinarsi. Così, opportunamente interpellato, l’homo italicus potrebbe spiegarci come si sente. Per esempio che effetto gli fa – solo quel giorno s’intende - entrare nei musei senza pagare il biglietto (in tutta Italia), se gradisce andare in piscina gratis (a Bolzano), se apprezza la possibilità di prendere l’autobus senza la seccatura di mettere mano al portafoglio (Imperia e provincia). E’ contento di potersi iscrivere a un corso di difesa personale generosamente offerto da uno sponsor? (a Roma). Sempre a Roma, approfitterà dell’occasione, prenderà parte al ciclo di incontri sulla contraccezione e sulla salute? Correrà, se si trova a Torino, a una pubblica lettura di poesie d’amore? Gradirà il malinconico dono di un rametto di mimosa (prezzi alle stelle causa gelata)?
Abbasso la festa della donna, che dura un giorno solo e ci prende in giro tutte. Una “festa” si fa per dire, visto che si celebra nella ricorrenza di un tragico rogo di 129 operaie in sciopero in una fabbrica tessile americana. Festa sì ma in senso consumista, grondante retorica & folklore, un mix fra l’ideologico e il commerciale, e comunque una data da iscrivere nel calendario delle ricorrenze-marketing da abolire, o per lo meno da ignorare, tipo San Valentino o Festa del papà, ormai completamente vuote di ogni significato. A quando un ministro delle Pari Opportunità di sesso maschile? Neanche noi donne fossimo una minoranza protetta. Non siamo né minoranza né protetta. Siamo sostanzialmente persone, non importa di quale sesso o orientamento sessuale - ed essere festeggiate per ventiquattr’ore con iniziative speciali e straordinarie – arte, musica, mostre, fotografie – ci irrita alquanto.
E’ l’atteggiamento complessivo che andrebbe cambiato, 365 giorni l’anno, con un diverso accesso ai ponti di comando nel miraggio, oggi ancora lontano, di una parità effettiva: stessi onori e stessi oneri. Siamo tutte d’accordo con Luciana Littizzetto che intervistata su Repubblica ha detto: “Le donne fanno una gran fatica perché gli venga riconosciuto che sono più brave. Gli uomini invece, anche quelli ai vertici, sono per la maggior parte incapaci. Quando ci saranno donne incapaci nei posti importanti avremo raggiunto la parità. Siamo nelle mani degli uomini che fanno disastri”.
10-03-2010