Apertura di un dibattito fra donne: cosa pensate delle polemiche intorno alla pillola abortiva

Ho chiesto ad una ginecologa, la dottoressa Claudia Lama, di spiegarci cosa è la pillola abortiva RCU 486 e quale il suo uso in Europa ed in Italia: invito le amiche/lettrici ad intervenire su questo tema delicato e fondamentale per la nostra convivenza civile.Potete registrarvi sul sito o mandare una mail a bolondi@tiscali.it

Il 26 febbraio di quest'anno, dopo lunghissima gestazione, la Commissione tecnico-scientifica dell'AIFA (Agenzia italiana del farmaco) ha autorizzato la commercializzazione nel nostro paese della pillola abortiva RCU 486 con i limiti della distribuzione ospedaliera (fascia H) e ilMinistero della Salute ne ha autorizzato l'uso secondole norme vigenti stabilite dalla legge 194sulla interruzione volontaria di gravidanza in vigore in Italia dal 1979.
Questa pillola fu presentata all'Accademia della Scienze nel 1982 dal francese Etienne Emile Baulieu che ne ha scoperto la funzione. E' utilizzata in Francia dal 1988, in Gran Bretagna e negli Stati Uniti dal 1991, in Svezia dal 1992, in Svizzera dal 1999: in sostanza dal
1999 è utilizzata come pillola abortiva da 21 paesi nel mercato europeo.
Anche in Italia da qualche anno alcune regioni come Toscana, Piemonte, Lombardia ed EmiliaRomagna, ne hanno fatto uso in via sperimentale.

Meccanismo d'azione:
il Mefiprestone, nome della sostanza imputata, ha un'azione diretta
contro il progesterone, ormone ovarico che sostiene la gravidanza nei
primi 3 mesi. L'assunzione di tale sostanza provoca un distacco della
camera gestazionale impiantata in utero. Tale azione necessita di 48h
circa periodo durante il quale non accade nulla. Il terzo giorno dalla
assunzione di questa molecola viene somministrata una prostaglandina
per via orale che, provocando contrazioni uterine consente attraverso
un'emorragia l'espulsione del materiale abortito.

Fino ad oggi nel nostro paese esisteva soltanto la procedura chirurgica (raschiamento o isterosuzione) con costi per la Sanità sicuramente più alti. Dopo tanti anni di uso si può affermare che i rischi legati alle due diverse metodiche abortive (medica e chirurgica)
sono sovrapponibili. Abbiamo dal 1979 una legge di Stato che consente di interrompere una gravidanza non voluta, legge che è stata guadagnata con un Referendum votato a larga maggioranza: perchè dunque tanta resistenza all'introduzione di un'altra metodica? La via chirurgica vuole essere forse punitiva, come se non fosse un dolore per una donna affrontare un aborto, come se non fosse l'esperienza di massimo fallimento!
Claudia Lama, medico ginecologo.

COMMENTO: titolo de il Messaggero, 4 aprile," Ru486, le donne del Pdl contro l'esuberanza dei governatori maschi".

Togliere a una donna la possibilità di interrompere la gravidanza farmacologicamente invece che chirurgicamente è solo una inutile punizione fisica. Il rischio, inoltre, è che si crei un mercato nero della pillola.
Umberto Veronesi, ex ministro della Salute, 3 aprile 2010.

03-04-2010