Contro il razzismo, una fiaba sul grande schermo, 'Miracolo a Le Havre'

Un film sulla solidarietà, sulla delicatezza dei sentimenti, sulla condivisione, sulla ricchezza dei valori umani è quello che ci regala il regista finlandese Aki Kaurismaki di “Miracolo a Le Havre”. Un porto del nord della Francia, desolato e freddo, dove tra le migliaia di container ce n’è uno, nascosto, dove un intero gruppo di persone, vecchi, bambini, uomini, donne proveniente dal Gabon si è rifugiato: tra loro il ragazzo Idrissa, che fugge per non essere internato in uno dei terribili campi profughi o peggio rispedito indietro; inseguito dalla polizia, incrocia il suo destino con quello di Marcel Marx, un francese anziano ma ancora vigoroso che fa il lustrascarpe e vive, in una modestissima casa, con la moglie Arletty e la cagnetta Laika. Ma, per le strane circostanze dell’esistenza, Arletty, gravemente ammalata viene ricoverata in ospedale con una diagnosi nefasta, e dunque Marcel decide di ospitare il giovanissimo clandestino, nutrendolo e confortandolo, in attesa di organizzarne il pericoloso viaggio a Londra, dove abita la madre di Idrissa. Tra i vicini di casa di Marcel c’è una forte solidarietà, per contrastare il razzismo e la xenofobia altrettanto diffusi. La panettiera Yvette, il fruttivendolo, la barista, l’anziano cantante rock, sono figure ben disegnate ed efficaci. Quando la presenza del ragazzo viene denunciata alla polizia, il cerchio di affetto e condivisione si chiude attorno a Marcel e al suo giovane protetto, e nel finale del film “il miracolo” è davvero palpabile. Si esce dal cinema con la consapevolezza di aver sentito raccontare una bella favola dal lieto fine, che spinge lo spettatore a sperare in un’umanità diversa, più ricca, più buona. Si può fare, ci dice il regista, basta poco. La fotografia, i costumi, l’ambientazione, le ricostruzioni, i dialoghi, gli attori, la musica, le comparse, le citazioni (Miracolo a Milano di Zavattini, ad esempio), tutto appare perfetto in questo film delizioso. Un ciliegio fiorito nel piccolo giardino di Marcel e Arletty è il simbolo del miracolo a cui allude il titolo. Un ottimo lavoro, un film molto caldamente consigliato, un cinema di tradizione ma anche molto fuori dalle mode di tanti/troppi film di cassetta.
Per Natale, un film da non perdere!!!!!

18-12-2011