50° anniversario di 007

L’emozione della fila al cinema Adriano di Roma per la prima di Goldfinger, un sabato pomeriggio con le mie compagne di scuola, me la ricordo ancora. Erano già usciti un po’ in sordina “007 Licenza di uccidere” e “007 dalla Russia con amore” e Sean Connery stava già diventando il

mito che ha poi confermato di essere nei decenni successivi….Noi avevamo 14 anni, e per la prima volta un vero eroe del cinema arrivava alla nostra portata, senza divieto ai minori di 16 anni, e le sue foto sul diario Vitt di tutte noi circolavano in classe, tanto che i compagni maschi ne erano un po’ gelosi, rifacendosi con il due pezzi strepitoso di Ursula Andress e con il corpo nudo della Jill dipinta d’oro di Goldfinger…. Ora c’è un canale Sky dedicato a James Bond e a tutti i suoi film , riusciti o no, con Connery e con i suoi numerosi e non sempre efficaci successori, con le canzoni che hanno fatto epoca ed ora sono conosciute anche da ragazzi che sono i nostri figli o forse i nostri nipoti: potenza della riproducibilità dell’opera d’arte, direbbe Walter Benjamin. Skyfall, in programmazione nei cinema, è la celebrazione del cinquantenario dell’uscita del primo film tratto dai romanzi di Ian Fleming. Un bel film, celebrato dalla critica, amato dal pubblico, benissimo recitato e confezionato, pieno di citazioni di grandi classici, ironico a volte, nel complesso un po’ malinconico. Non ne racconto la trama, complicata come sempre, né la fine, ovviamente, per lasciare la sorpresa a chi non l’ha ancora visto, e a cui lo consiglio. Posso dire che è un film sulla memoria, sul ricordo di come eravamo, sui vecchi metodi in contrasto con le tecnologie più sofisticate. La bravissima Judi Dench, M, è la custode degli antichi metodi del Servizio Segreto di Sua Maestà, di cui James Bond è il più valido esponente. Ecco allora che per cavarsi d’impaccio da situazioni impossibili varranno più una piccola radio, due bombole del gas, un coltello, al posto dei mirabolanti gadgets tecnologici o dei sofisticati soft informatici che si rivelano deboli e fortemente vulnerabili. Daniel Craig, Javier Bardem, Albert Finney, e soprattutto la sempre presente Judi Dench danno una prova di recitazione efficace conferendo al film uno spessore, una sensibilità psicologica, una affettività in genere sconosciuta al genere. Lo stesso Bond viene mostrato invecchiato, forse pronto a lasciare il servizio attivo, un po’ meno tombeur de femmes, ma quando tira fuori la vecchia Aston Martin dal garage si sente il pubblico mormorare di soddisfazione….in fondo è sempre lui, il mitico “sono Bond, James Bond” !!!! La canzone, piena di citazioni dei vecchi motivi, e tutta la colonna sonora, riecheggiano tutto il ciclo e fanno sognare….
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11 novembre 2012

11-11-2012