Recensione di Elisabetta Bolondi
Autore: Wu Ming
Titolo: 54
Editore: Einaudi
Nuovo romanzo storico a grande respiro il libro è una sorta di diario dell’anno 1954, diario a più voci che descrive vicende del nostro paese e non solo , dove la storia quotidiana di piccolissimi individui si mischia a quella dei grandi protagonisti in una sorta di caleidoscopio che ci porta ad incontrare Cary Grant e Grace Kelly, Alfred Hitchcock e James Bond, Tito e Stalin, Togliatti e Fidel Castro, Lucky Luciano ed il senatore Mc Carty mentre sfilano davanti a noi programmi televisivi della neonata tv, corse di cavalli truccate nella Napoli corrotta del dopoguerra, partigiani che non riescono a deporre le armi e si ritrovano in affari loschi, il tutto in scenari sempre diversi: Trieste in procinto di tornare italiana, Bologna, Genova, Napoli e ancora l’Inghilterra, la Yugoslavia, la Francia, il Messico, la California, la Russia. I registri linguistici si intersecano, dialetti, slang, napoletano, siciliano, bolognese si alternano all’inglese, in un impasto di lingua alta, gergo giornalistico, parolacce che conferiscono all’insieme qualcosa di dispersivo e talvolta sforzato anche se nel complesso il romanzo risulta efficace.

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