Recensione di Elisabetta Bolondi
Autore: Scurati Antonio
Titolo: Il sopravvissuto
Editore: Bompiani 2005
Il racconto di questo romanzo è un pugno nello stomaco per chi fa l'insegnante nella scuola di oggi. Il protagonista, quarantenne professore di storia e filosofia Andrea Marescalchi, la mattina degli orali dell'esame si stato al liceo scientifico Sarpi di Casalegno, un paese immaginario dell'interland lombardo, un po' campagna e un po' periferia, con discoteche e centri commerciali enormi quanto anonimi, resta l'unico superstite della strage compiuta contro l'intera commissione, sette insegnanti, dall'alunno Vitaliano Caccia, che dopo la strage scompare.Questo è solo l'incipit di questo inquietante romanzo, in cui si alternano registri linguistici differenti per dare voce a diversi personaggi, magistrati, poliziotti, psichiatri, avvocati, intervistatori di tv, ispettori ministeriali, presidi, che comunque restano confinati nella babele dello sfondo, mentre l'unico interlocutore del dialogo muto con il suo alunno prediletto reata il professore: dove ha sbagliato, quali sono gli errori dell'impostazione del rapporto con i nostri alunni, è possibile un dialogo fra noi e loro, è davvero utile il nostro lavoro o siamo destinati metaforicamente a scomparire, tale sembra essere il desiderio di strminarci che l'alunno Caccia sembra volere interpretare? Non ci sono risposte, ma il professore, nel finale di un romanzo intenso e coinvolgente in tutte le sue pagine, sembra lasciarci uno spiraglio di speranza ancora aperto.
Tutte le riflessioni proposte dal protagonista, i suoi dubbi, la sua infelicità, sono davvero lo specchi delle contraddizioni nelle quali si dibattono gli insegnanti più sensibili della scuola italiana.

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