Satelliti della morte di Gunnar Staalesen, Iperborea

Dopo il successo di Anne Holt, i cui libri pubblicati da Einaudi Stile libro sono diventati di culto per gli amanti del genere, anche la casa editrice Iperborea, specializzata in testi scandinavi, gioca con successo la carta del noir poliziesco. Il romanzo dal titolo "Satelliti della morte" promette una grande suspence, mantenendola fino alle ultimissime pagine.

Al di là della trama, tragici delitti dei quali viene regolarmente incolpato un ragazzo che tutti capiamo essere in realtà un semplice capro espiatorio, il libro è interessante per la descrizione di una Norvegia per lo più sconosciuta al lettore italiano.

All’inizio del romanzo, il protagonista Varg Veum è un assistente ai minori che deve fronteggiare una situazione di degrado sociale: il piccolo Janegutt vive in una situazione insana perchè sua madre, Mette Olsen, drogata e alcolista, non è in grado di accudirlo. Da quel momento le strade di Varg e del piccolo Jan si incroceranno fino al sorprendente ed inatteso finale, che non racconto per non sottrarre attesa ad un libro che va letto tutto d’un fiato.

Bergen, Oslo, i fiordi e le fattorie sperdute nella desolata campagna norvegese sono lo scenario dove si muovono i diversi protagonosti che sembrano conoscersi tutti, ritrovarsi, allontanarsi per poi ricomparire in modo inatteso, in una specie di gioco perverso che porta tutti verso una fine non certo allegra. Il titolo "Satelliti della morte" si riferisce, infatti, ai numerosi omicidi che misteriosamente si susseguono negli anni, senza che la polizia e la giustizia, che si immaginano efficienti, riescano a venire a capo di delitti tutti collegati. Sembra più comodo attribuire tutto il male possibile al giovane e disgraziato Jan, sbattuto tra famiglie affidatarie e strutture sociali che dovrebbero essere all’avanguardia, ma che si rivelano invece covi di inadeguatezza e spesso coperture per affari loschi. L’alcol e la droga vengono rappresentati come cancro che divora la società norvegese, tratteggiata nei suoi aspetti meno rassicuranti.

Superata la difficoltà dei nomi di personaggi e luoghi, difficilmente pronunciabili nella nostra lingua, il romanzo scorre con crescente interesse proprio per la capacità di descrivere un ambiente, stili di vita e di rapporti, di cui conosciamo poco. Il protagonista Varg Veum, donnaiolo impenitente e detective pronto a cacciarsi nei peggiori guai pur di seguire la via che la coscienza gli suggerisce, ci fa appassionare e ci stimola a riflessioni su un mondo tutto da esplorare.
20-01-2010