Una società immemore è condannata al declino.

Questo è un brano tratto dall'articolo domenicale di Eugenio Scalfari, il fondatore di Repubblica. Condivido la sua anlisi a la propongo a chi fosse sfuggita, come riflessione su una società immemore o volutamente restia a ricordare i valori fondanti della Repubblica


Il fatto più evidente dell'attuale situazione consiste nel disfacimento diventato sempre più rapido in questi ultimi mesi del sentimento di unità nazionale. Mentre si celebra proprio oggi la ricorrenza del 25 aprile 1945, cioè la liberazione dal nazifascismo e l'inizio della democrazia e della storia repubblicana (giugno 1946) e mentre si celebrerà il 5 maggio l'impresa garibaldina, l'imbarco dei Mille a Quarto, il loro sbarco a Calatafimi e poi, in pochi mesi, la battaglia del Volturno, l'incontro di Teano tra Garibaldi e Vittorio Emanuele e infine la nascita di lì a poco dello Stato italiano; mentre queste ricorrenze incalzano, quello Stato che ha 150 anni di vita, si sta disfacendo sotto i nostri occhi.

Quelle ricorrenze hanno perso ogni significato epico, non suscitano entusiasmi e neppure tenerezza, neppure orgogliosa memoria, neppure condivisione di valori. "Una d'arme, di lingua, d'altare, di memorie, di sangue e di cor" cantava il Manzoni. Ma dove mai? Siamo mille miglia lontani da quell'unità auspicata dai nostri grandi, mai realizzata nel profondo se non nel fango delle trincee, nei sacrifici dei più deboli, nelle speranze di quanti, malgrado tutto, hanno costruito, hanno prodotto, hanno dato un volto moderno, hanno tentato di estirpare i vizi e seminare le virtù civiche.

25-04-2010