Dieci minuti di bella televisione: una rarità

Per una volta un ospite a “Che tempo che fa”, la trasmissione cult di Rai 3 che non hanno avuto il coraggio di sopprimere (come è avvenuto per altre) presenta un libro non per salire in classifica, perché è già stabilmente primo da alcune settimane, ma per parlare da solo, davanti ad un piccolo tavolo di legno grezzo, ai telespettatori: Erri De Luca.


I dieci minuti concessi da Fabio Fazio allo scrittore napoletano sono stati importanti, direi preziosi.
Il sessantenne intellettuale si presenta con tutte le sue rughe, il segno del tempo che passa, dei dolori vissuti nell’intera esistenza (ha perso da poco la mamma amatissima, a cui dedica il suo ultimo libro), delle esperienze di condivisione dei drammi della sua città e dell’intero paese.
Descrive un’Italia non come uno stivale, ma come un braccio allungato nel mediterraneo, le cui dita protese sono la Puglia e la Calabria, mentre la Sicilia è un fazzoletto gettato in mare….su questo braccio sono passate-approdate- fermate nei secoli popolazioni provenienti da altrove: dall’Africa, madre del genere umano, ma anche da Barcellona, da Istanbul, dalla Grecia, dalle terre fenicie…quei popoli sono passati per l’Italia magari per raggiungere il nord Europa, oppure i popoli del Nord, celti, normanni, germani sono scesi e rimasti da noi….Il meticciato insomma è una caratteristica antropologica del nostro paese, e anche oggi non va rinnegato ma chi arriva sulle nostre coste deve poter trovare accoglienza e la possibilità poi di passare altrove, in altre nazioni, in altri continenti….come sempre è avvenuto. Erri De Luca ha detto queste ed altre cose guardando con i suoi limpidi occhi azzurri in viso ciascuno di noi telespettatori: per una volta la tv è riuscita a bucare lo schermo e a raggiungere il cuore di chi, in questo paese involgarito, si può ancora chiamare “uomo/donna di buona volontà”. Grazie ad uno scrittore, cresciuto con pochi giocattoli e moltissimi libri.

10-10-2011