Errore nell'eseguire la query
Letture
Greta Vidal, di Antonella Sbuelz: l'impresa di Fiume, D'Annunzio e una storia d'amore.
di Elisabetta Bolondi
L’impresa dannunziana di Fiume, come la stessa Antonella Sbuelz conferma, per molto tempo è rimasta confinata in poche righe dei manuali di storia della scuola superiore, come d’altra parte è avvenuto per molte delle vicende che hanno riguardato il nostro confine orientale. Questa rimozione, talvolta oblio, ha riguardato molti avvenimenti di quella parte di Italia troppo spesso contesa, tanto che la stessa storia della letteratura sembra fermarsi a Italo Svevo e solo motlo recentemente grazie a Claudio Magris, Diego Marani, Mauro Covacich e soprattutto allo storico Guido Crainz si è fatta una ricostruzione più puntuale di avvenimenti ormai lontani, ma non sempre adeguatamente indagati.

Il bel romanzo di Antonella Sbuelz è un’altra tessera, quanto mai necessaria, alla rievocazione, pur se in chiave per lo più romanzesca, di quanto è avvenuto a Fiume durante il biennio 1919-1920, allorché i legionari al seguito di Gabriele D’Annunzio dopo sedici mesi di occupazione della città dovettero cedere alle forze regolari dell’esercito italiano, pur opponendo una resistenza che causò morti e feriti anche tra i civili. Una pagina oscura della storia del ’900, che la notevole competenza storica dell’autrice, unita ad una capacità narrativa ormai provata, ha saputo ricostruire in un romanzo avvincente, nel quale convivono temi, epoche e personaggi diversi.

Greta Vidal è una diciottenne di Abbazia, poco distante da Fiume, e vive con la famiglia in una bella villa in campagna: la mamma Else, distratta, come persa dopo la morte dell’unico figlio maschio, Arturo, malato di tubercolosi; la sorellina Elisa; il padre autoritario e perennemente assente per affari. La guerra mondiale è appena finita, lasciandosi dietro una scia di giovani vittime, tra le quali anche il cugino Egon. L’altro protagonista del libro è Tullio, pilota di aerei, sopravvissuto alla guerra che gli ha sterminato la famiglia: genitori e sorella periti nel bombardamento di casa, il fratello più giovane, Elia, morto durante un attacco di gas asfissianti al fronte. I due ragazzi, soli, si incontrano fortunosamente nelle giornate della presa di Fiume: sono pieni di curiosità, di speranze, di sogni, di ideali… Giornalista, lui vuole documentare il nuovo che sembra affacciarsi dietro le idee e le esternazioni del Comandante, in una Fiume dove giungono volontari e arditi da ogni parte; lei è una sognatrice, scrive poesie, ma l’incontro con la storia e con Tullio la faranno uscire dal suo guscio fino a misurarsi con prove molto difficili, pronta a seguire quel ragazzo e i suoi amici fino alle estreme conseguenze delle scelte che la costringeranno a tagliare i ponti con una vita tranquilla e priva di emozioni. La trama del romanzo prosegue e ci tiene incollati alle sue pagine fino alla conclusione, ai nostri giorni, dopo che sono trascorsi novant’anni da quegli avvenimenti.

La scrittrice mette insieme i tasselli della storia del ’900 con grande maestria, mescolando con sapienza verità storica, documentata da scritti, telegrammi, articoli di giornale e trama romanzesca: Mussolini, D’Annunzio, Badoglio, Giolitti, Marconi, Toscanini sono altrettanti personaggi del romanzo, colti in momenti atipici della loro presenza nella storia italiana. Ecco Mussolini al caffè Savini di Milano mentre accetta di separarsi da D’Annunzio e la sua folle impresa; ecco Toscanini appena sceso dal treno con i suoi orchestrali improvvisare un "Va’ pensiero" nella piazza della stazione di Fiume, nella commozione generale; ecco Marconi a bordo dell’Elettra che dialoga con D’Annunzio; ecco Badoglio contestato sul treno che lo porta al nord…

Antonella Sbuelz ha realizzato un lavoro straordinario, facendo rivivere la storia attraverso la narrativa, come i grandi scrittori che hanno costruito la loro fama sulla ricostruzione della vita affettiva e relazionale di personaggi letterari: penso a "Il Gattopardo" o a "Guerra e Pace", romanzi nei quali la grande storia è capace di incontrare il quotidiano di uomini e donne comuni. Da segnalare anche la capacità della scrittrice di mettere insieme epoche diverse, diversi contesti e luoghi lontani: Abbazia, Fiume, Milano, Roma, ma anche Gerusalemme, New York, Washington sono gli scenari dove i nostri personaggi agiscono, vivono, sognano, soffrono. Il romanzo si legge tutto d’un fiato, per la nitidezza della scrittura, per la chiarezza dell’impianto narrativo, per gli inserti poetici che conferiscono ai drammi narrati una leggerezza inusuale. I carmi di Catullo, la poesia della Szymborska, la poesie scritte dalla sorella Elisa e dalla stessa Greta, raccolte in un volumetto, unico dono di Tullio, lanciato romanticamente dal suo piccolo velivolo, ridanno equilibrio e una certa serenità ad una storia davvero troppo dolorosa.
15-02-2010