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Letture
Suggerimento di lettura: La cena, di Herman Koch. Già un caso letterario in Europa
di Elisabetta Bolondi
Due coppie: i fratelli con le loro mogli, Claire e Babette. Claire è sposata con Paul ed hanno un unico figlio quindicenne, Michel. Serge Lohman, marito di Babette, è un politico famoso, candidato primo ministro alle imminenti elezioni politiche, padre di tre figli, di cui uno, proveniente dal Burkina Faso, adottato generosamente dalla coppia. Si sono dati appuntamento in un ristorante famoso e carissimo, per parlare di argomenti familiari scottanti. Apprenderemo nel corso della cena, che i loro figli sono coinvolti in un episodio gravissimo, il ferimento e l’uccisione di una senza tetto che si era rifugiata in una cabina bancomat e che i ragazzi, inquadrati dalle telecamere di sorveglianza, hanno colpito ripetutamente. I video non hanno consentito alla polizia di riconoscere i ragazzi, ma i loro genitori sanno, ognuno separatamente, che sono loro i colpevoli dell’odioso delitto.

Questa in sintesi la storia, che si dipana dall’aperitivo alla conclusione della lunga serata, intervallata da lunghi flashback che ci dicono molto dell’infanzia dei ragazzi, dei problemi dei loro genitori, della violenza che sottende tutto il narrato. Paul Lohman, professore di storia in pensione anticipata, è un uomo dentro cui si agitano pulsioni violente che lo spingono, in parecchie occasioni, ad atti insani. La moglie Claire, pur di conservare la compattezza del nido familiare, è disposta a coprire il figlio fornendogli alibi psicologici e fisici. Babette è ambiziosa ed attenta all’immagine pubblica del marito, che non è disposta a mandare in fumo per uno scrupolo morale da cui il marito sembra essersi fatto cogliere... Insomma, un quartetto di ipocriti, disonesti moralmente, pronti a coprire un grave misfatto per conservare una parvenza di famiglia felice e consentire un futuro normale ai figli. Intorno a loro le comparse di un ristorante alla moda: maitre, proprietario e cameriere del locale sembrano essere il pubblico ideale di un dramma sociale e familiare che si svolge di fronte ai loro occhi curiosi e maligni. La società olandese che l’autore ci presenta, nella sua espressione borghese, è di uno squallore etico quasi eccessivo.

L’autore non perdona nessuno dei suoi personaggi, anzi, mentre sembra talvolta proteggerne qualcuno, ce ne rivela poi gli aspetti più negativi nelle pagine successive. Una narrazione stringente, un ritmo incalzante, alternato a sapienti pause, tese a rallentare la tensione che non fanno che acuire il disprezzo morale che il lettore si trova a nutrire per i genitori e i figli di questa società corrotta. Una triste metafora del mondo nel quale ci troviamo a vivere, in cui non si può non rispecchiarsi in almeno qualcuno degli aspetti che lo scrittore esamina con estrema lucidità. Un romanzo insolito, duro, realistico, da non perdere.
02-04-2010